Profit

Il profitto non è un obiettivo, è un effetto

C’è un concetto che mi torna spesso in mente: il profitto non è un obiettivo, è un effetto.

La punta visibile di un lavoro che parte da molto più in basso.

Esiste un modello che in tanti conoscono di nome, ma pochi hanno davvero compreso.

Si chiama Piramide di Maslow.

Magari lo hai visto su un libro alle scuole superiori, magari non l’hai mai sentito nominare.

Ma la sua idea è semplice:

prima soddisfi i bisogni fondamentali, poi puoi crescere, esprimerti e ottenere risultati più grandi.

E vale per tutti: per le persone, per i team. E anche per le aziende.

Perché una persona non può dare il meglio di sé se non si sente prima al sicuro, riconosciuta, valorizzata.

Allo stesso modo un’azienda non può generare profitto se non costruisce una base solida fatta di chiarezza, appartenenza, competenza.

Ed è qui che la piramide diventa interessante se letta correttamente, perché parla a tutti:

a chi guida un team e a chi ne fa parte.

In fondo Maslow ci ricorda una cosa che nel lavoro dimentichiamo spesso:

il risultato è sempre l’ultimo pezzo della storia.

Ma detta così, sarebbe il solito concetto astratto da psicologia spicciola. E non serve a nessuno.

Vorrei invece fartelo vedere nella pratica perché può tornarti utile, che tu sia un dipendente, un autonomo o un manager.

Partiamo dall’inizio. Alla base della piramide c’è la sicurezza.

Per le persone è il bisogno primario: sapere di non essere in pericolo.

Per un’azienda è uguale. Sicurezza significa chiarezza: ruoli definiti, processi leggibili, obiettivi comprensibili.

Un team senza sicurezza psicologica non rischia, non propone, non cresce.

Resta fermo. Sopravvive. Non performa.

Il secondo bisogno è l’appartenenza. Sapere di fare parte di qualcosa.

Nelle aziende questo si chiama cultura.

Non la cultura scritta sui muri, ma quella che senti nelle interazioni quotidiane: fiducia, collaborazione, ascolto, responsabilità condivisa.

L’appartenenza è la differenza tra lavorare per l’azienda e lavorare con l’azienda.

Poi c’è la stima.

Il bisogno di sentirsi capaci, competenti, valorizzati.

Qui, per un’azienda, entra in gioco la crescita: riconoscimento, sviluppo, feedback veri.

In poche parole, uno spazio per diventare migliori.

Non per essere perfetti: per essere visti.

Una persona che non si sente capace smette di provarci.

Una persona che si sente stimata, invece, moltiplica il proprio contributo.

E infine, all’ultimo livello, c’è l’autorealizzazione.

Quello che tutti vogliono, ma che pochi sanno costruire.

Per le persone significa avere un ruolo che permette di esprimersi.

Per un’azienda significa profitto.

Non un profitto effimero ma ciò che nasce dall’allineamento tra persone, performance e visione.

È un effetto. Il risultato naturale di tutto ciò che c’è sotto.

In poche parole, il profitto è ciò che accade quando:

  • Le persone lavorano in un luogo sicuro.

  • Si sentono parte di qualcosa.

  • Si sentono capaci.

  • Possono esprimersi.

Un’azienda che vuole profitto senza lavorare sulla base è come una persona che vuole autorealizzarsi senza prima sentirsi al sicuro.

Non funziona.

Le persone vengono prima: la performance nasce da loro.

Il profitto arriva quando tutto il resto è al suo posto. E arriva solo quando tutti gli altri vengono rispettati.

Perché le persone e le aziende in fondo, hanno gli stessi bisogni e se mancano le basi, né l’una né l’altra performano.

Le aziende cercano profitto.

Le persone cercano significato.

La verità è che non esiste l’uno senza l’altro.

Se senti che nella tua realtà lavorativa manca sicurezza, chiarezza o appartenenza, o semplicemente vuoi costruire un contesto dove le persone possano davvero esprimersi, possiamo aiutarti.

Con Balance lavoriamo al fianco di professionisti, team e aziende per creare basi solide, ridurre gli attriti organizzativi e potenziare la performance reale, quella che nasce dalle persone, non dalla pressione.